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Home Economia, diritto e tributi I tributi visti dagli economisti (bosi_guerra)
I tributi visti dagli economisti (bosi_guerra) PDF Stampa E-mail
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Economia, diritto e tassazione
Scritto da Raffaello Lupi   
Lunedì 05 Aprile 2010 14:48

Il volumetto di Bosi Guerra I tributi nell'economia italiana , il Mulino, 2010, è una buona testimonianza delle possibilità di ricongiungere economia e diritto nello studio della tassazione. L'importanza di tanti argomenti è certamente esagerata , con interi paragrafi dedicati al (presunto) dilemma tra reddito monetario e reddito reale, o tra reddito effettivo e reddito normale, la tassazione separata Irpef, la discriminazione tra debito e capitale, la mancata focalizzazione del ruolo delle aziende nell'individuazione della ricchezza (pag.97). Tuttavia, nonostante varie astrazioni, si percepisce la tendenza a una visione di insieme, ad esempio sulla provenienza del gettito,  che non si coglie nelle opere di diritto tributario. Certo, chi ha il pane non ha i denti, e viceversa. Però nel complesso, leggendo un volume di questo tipo, si rimane meno delusi. C'è parecchia astrazione, come per il "lock in effect" sulla pretesa tassazione dei redditi di capitale per maturazione, evidentemente tema caro a uno degli autoriù, però vi si trova anche molto buonsenso. Bellissima definizione di evasione, come attività illegale di occultamento di imponibili o imposte: l'evasione interpretativa riguardante vicende palesi o dichiarate sembra estranea (pag. 95)

Certo i modelli teoirici, le loro simmetrie , le neutralità sono spesso esagerate, come se la tassazione dei redditi fosse stata un modello inventato a tavolino in base ad esigenze teoriche e non una ricaduta della occupazione industriale di massa. A proposito, il ruolo delle aziende non appare adeguatamente valorizzato, e spunta persino un "partito degli evasori" (pag 97 ss.). Eppure quando si dice, alla pagina successiva,  che una delle cause dell'evasione è la diffusione di imprese piccole e lavoratori autonomi, si è ad un passo della sostanza...non ci si accorge , certo, che anche le nostre grandi sono piccole rispetto ai competitors esteri,  e che in Italia non è stata superata la dimensione dell'"azienda di famiglia". , anche con migliaia di dipendenti, come rilevato in questo post.

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