Italiani, greci, una faccia una razza? |
Economia, diritto e tassazione | |||
Scritto da Raffaello Lupi | |||
Sabato 27 Agosto 2011 14:40 | |||
riportiamo qui di seguito un pezzo da "la voce.info" sulla crisi greca, in cui ritroviamo molte affinità con quella italiana, soprattutto nella disorganizzazione dei mezzi di richiesta delle imposte. Che da noifunzionano soprattutto attraverso le aziende, ed hanno problemi dove le aziende mancano, o sono inaffidabili davanti alla tassazione del loro padrone. Noi abbiamo ancora un sistema di tassazione attraverso le aziende che -tutto sommato- regge, e la crisi delle entrate viene dove le aziende non arrivano. Ma il sistema delle aziende che su dialoghi chiamiamo "del capitalismo familiare", tutto sommato ci trattiene dalla bancarotta. Certo, sarebbe meglio avere grandi aziende istituzionalizzate ed efficienti, come la francia o la germania, ma questo è un problema di individualismo creativo, di disorganizzazione collettiva difficile da superare nell'immediato. Quindi cerchiamo di essere contenti di quello che abbiamo , perchè è meglio "avere i soldi, ma non sapere dove andarli a prendere", come in Italia, che non sapere dove andarli a prendere ed averne anche pochi come in Grecia. Gli italiani risparmiano, hanno risparmiato, le famiglie non hanno ipotecato la casa per farsi le vacanze, il capitalismo familiare c'è per fortuna, tassa i dipendenti e i consumatori, anche se qualche volta i loro padroni fanno un pò di cresta per sè , ma dopotutto sono dei bravi fioi. Fa un pò di rabbia un capitalismo familiare che tassa gli altri e fa lo sconto a se stesso, come abbiamo scritto su Dialoghi analizzando quello che si poteva ipotizzare, da libri e articoli giornalistici, di Menarini e Marangoni. Però questo capitalismo familiare è l'unica risorsa del paese, è una struttura industriale che crea quella ricchezza e quel lavoro che la grecia non ha. Vogliamo farli crescere o farli chiudere? Se li facciamo chiudere e li sbattiamo in galera, poi gli ottocento operai si mettono a fare gli imbianchini , i fruttivendoli, i piccoli trasportatori, gli elettricisti...e allora addio ritenute. Addio gettito, addio tassazione attraverso le aziende..finiamo come i greci (del resto una faccia una razza). Dove la richiesta delle imposte attraverso le aziende non c'è, e la fanno gli uffici , che spesso pare però la facciano in proprio, come dice l'articolo su lavoce indicato all'inizio...Vogliamo cercare di evolvere verso un capitalismo tedesco, integrato pubblico e privato, istituzionalizzando le aziende e aziendalizzando la pubblica amministrazione, oppure vogliamo avvicinarsi a un paese di padroncini, con qualche lavorante, di autonomi, di pubblica amministrazione sottopagata, ma autoritaria, dove la corruzione è diffusissima per integrare lo stipendio...il rischi c'è ...italiani greci una faccia una razza ...vediamo l'articolo che segue, anche se non credo che le riforme istituzionali possano fare molto quando il tessuto sociale si è disgregato in diffidenze, recriminazioni , sospetti , corporazioni e trucchetti...da "lavoce.info"RIFORME ISTITUZIONALI, LA RICETTA PER GUARIRE LA GRECIAdi Elias Papaioannou e Dimitri Vayanos 26.08.2011Il piano di salvataggio della Grecia non dà i risultati sperati. La recessione è più grave del previsto e cresce il malcontento della popolazione per misure di austerità sempre più pesanti. Il limite del pacchetto di aiuti concordato più di un anno fa con Unione Europea, Bce e Fmi è quello di non dare sufficiente importanza alle riforme strutturali, che invece potrebbero togliere molti degli attuali ostacoli alla crescita, spesso a costo zero per il bilancio dello Stato. Oltretutto, riforme di questo tipo avrebbero il pieno sostegno dei greci. La crisi dell’Eurozona si è allargata all’Italia e alla Spagna, determinando acquisti di emergenza dei titoli di questi paesi da parte della Bce. Italia e Spagna hanno nello stesso tempo cercato di rafforzare le loro economie accelerando il consolidamento fiscale e le riforme strutturali: è probabile infatti che ulteriori aiuti da parte della Bce siano condizionati a passi in avanti sul terreno delle riforme. Ma i paesi del Sud Europa riusciranno a riformare con successo le loro economie? E interventi esterni come quelli della Unione Europea o della Bce in che modo possono contribuire a determinare il cambiamento? Cerchiamo di rispondere guardando al contesto greco, dove questi problemi sono più acuti e le risposte sembrano essere le più chiare.
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Commenti
In Grecia, dove non esiste una fiscalità mediata da intermediari che garantiscano il fisiologico funzionamento del sistema fiscale, ciascun contribuente presenta una dichiarazione fiscale: il fisco ha dieci anni di tempo per chiedere le imposte e se riscontra errori sostanziali o formali rettifica con coefficienti presuntivi le imposte dovute, senza che il contribuente possa opporvisi. Quindi l'incertezza del prelievo fiscale é assai elevata. Chi può evade, chi non può o chi viene controllato preferisce provare a corrompere se ne ha le opportunità ….
Cosa accomuna il sistema greco a quello italiano? Beh, come evidenziato nell'articolo sopra, l'esistenza di un'area di contribuenti, molto spiccata nel tessuto economico italiano, dove il sostituto non arriva, dove non vi sono ad oggi segnalazioni sulla capacità contributiva, in cui le regole analitiche di determinazione delle imposte non funzionano. Un'area in cui la contabilità, l'analiticità della misurazione delle imposte non funziona perché appunto non c'è una "contabilità fiscale": a nessun si deve "rendere conto" del proprio reddito e delle imposte dovute.
In queste aree del sistema fiscale, presenti nell’economia di ciascun Paese (in misura diversa) non vi sono necessità di riforme fiscali, di regole speciali o di regole morali o quant'altro: semplicemente occorrono forme di misurazione massiva preventiva (caso spagnolo) della capacità economica (soluzione preferibile) o strumenti più efficaci in termini di segnalazioni che consentano maggiori e più celeri per il riscontro delle imposte dovute.