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Una teoria per i tributaristi

Questo sito vuol contribuire a una teoria della tassazione, conciliando quella ragionieristica attraverso le aziende con quella valutativa attraverso gli uffici. Pur cercando di essere comprensibile da tutti, parte da aspetti facilmente inquadrabili dagli operatori del settore. www.giustiziafiscale.com   si rivolge invece direttamente agli opinion makers e agli esponenti della pubblica opinione. Sull'organizzazione sociale in generale www.organizzazionesociale.com

Home Controlli e contenzioso se cambia la richiesta delle imposte un condono ci può stare
se cambia la richiesta delle imposte un condono ci può stare PDF Stampa E-mail
Controlli e contenzioso
Scritto da Raffaello Lupi   
Sabato 08 Ottobre 2011 17:37

si torna a parlare del condono, ma solo noi sappiamo inquadrarlo nella tassazione attraverso le aziende, e collegarlo con le aree di ricchezza dove le aziende non arrivano  

, dove non ci sono "gli evasori", ma gente cui nessuno richiede le imposte, che quindi se le "autoriduce" al minimo credibile rispetto alle caratteristiche della sua attività; e per cui occorre determinare una cifra meno inverosimile, più credibile, senza che nessuno sappia o possa mai sapere qual'è la vera "imposta dovuta", che invece esiste sulla ricchezza filtrata attraverso le aziende. Abbiamo milioni di partite IVA e di piccole aziende che si tengono bassissime, e che non saranno mai raggiunte da una adeguata richiesta delle imposte. Non sono criminali , non sono malefici evasori o parassiti sociali, ma gente che fa onestamente un lavoro dove non incontra la faccia del fisco, ma solo la gazzetta ufficiale, con cui come noto accende il caminetto...quindi bisogna cambiare regime, passando dalla "lotta all'evasione" alla richiesta delle imposte e siccome le forze sono sproporzionate rispetto alla massa di imposte evase, tanto vale che il fisco   faccia come il postino. Che bussa sempre due volte. Con una riapertura dei termini accompagnata da franchigia, anche per non chiamarla condono, almeno per le richieste delle imposte a carattere presuntivo-valutativo, dove ogni euro di maggior imponibile vale tre-quattro euro di franchigia rispetto a successivi accertamenti. Fatte salve le questioni di diritto e le scoperte di prove documentali dell'evasione,  con specifiche controparti o la fittizietà di specifici documenti di spesa, nel qual caso la franchigia potrebbe anche mancare. Sarebbe un condono "decente" che non darebbe grandi cifre, perchè limitato ai maggiori imponibili connessi alla determinazione valutativa del giro d'affari, che è il principale motivo di ricchezza non registrata.  quelle gente che non riusciremo mai a tassare contabilmente, ma che dovremo sempre tassare per ordine di grandezza. Che vede un numero risibile di richieste delle imposte. E' un affinamento ragionevole, in vista di un riposizionamento futuro dell'attività di controllo sulla "richiesta delle imposte", abbandonando l'approccio contabilistico-vessatorio-improbabile. Dopotutto la tassazione "per condono" è un mezzo rudimentale per arrivare dove le aziende non arrivano, come dicevamo nel precedente post. Il gettito futuro sarebbe salvaguardato comunicando che si cambia registro davvero, e che il condono prelude a una tassazione valutativa attraverso gli uffici, dove le aziende non arrivano. Davanti a noi ci sono cinque anni aperti senza richiesta delle imposte,  20 mila industriali e due milioni di autonomi, con varie combinazioni intermedie, che hanno nascosto qualcosa. Molto di più di quello che sarebbe accertabile richiedendo le imposte sul passato 

Se fatto così potrebbe portare qualche miliardo di euro, perchè un milione di partite iva a mille euro a testa è un miliardo....tenendo conto che le partite IVA sono di più e potrebbero pagare più di mille euro...Gli enfatici moralismi che seguono appaiono tardivi e semplicistici....sono discorsi che si fanno dal condono del 1982...ma se c'è una invesrione di tendenza dove le aziende non arrivano possiamo permetterci un condono, e prendere qualche euro, se invece non ci sarà una inversione di tendenza allora la tassazione per condono e' l'unico modo per far pagare gli autonomi...se si controlla un pasticcere su cinquanta, e difficilmente si arriva a chiedergli quanto ha guadagnato davvero, resta solo la tassazione per condono...

TREMONTI: ''IL CONDONO MINEREBBE IL CONTRASTO ALL'EVASIONE FISCALE''

Il condono ''vorrebbe dire frenare sul nascere il progetto di contrasto all'evasione fiscale, sarebbe un togliere forza al nostro vero obiettivo''. Lo afferma il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, in un'intervista al quotidiano 'Avvenire'. ''Finora le entrate da lotta all'evasione fiscale e contributiva - prosegue Tremonti - sono servite sistematicamente a finanziare la spesa pubblica: sanita', pensioni, assistenza... Il condono minaccia pero' l'afflusso di queste entrate negli anni a venire, che finirebbero per cancellarsi. E, cosi' facendo, alla fine ci troveremmo con un maggior deficit''.

Il ministro dell'Economia e' poi entrato nel dettaglio dei recenti provvedimenti del governo in tema di lotta all'evasione fiscale. ''Gli evasori lo sappiano - ha avvertito Tremonti -, il segreto bancario e' finito. Abbiamo stabilito che scompare sul serio e, in pratica, nessuno se ne e' ancora accorto, nessuno l'ha notato, nessuno l'ha sottolineato con la giusta rilevanza''. ''L'Agenzia delle Entrate - prosegue Tremonti - ora puo' chiedere alle banche informazioni fondamentali e incrociarle con le dichiarazioni.

Se qualcosa non torna scatteranno i controlli. La lotta all'evasione e' necessita' morale e politica. No ai condoni''.

''Piu' recuperiamo risorse dalla lotta all'evasione, piu' avremo spazi per ridurre le imposte'', aggiunge Tremonti, che spiega: ''La gente capira''' se c'e' una mano ferma e spiega che esiste anche ''una logica premiale''.

''Non basta piu' - prosegue il ministro - reprimere, non basta piu' l'intenso ed efficace lavoro che viene fatto, tanto dall'Agenzia delle Entrate quanto dalla Guardia di Finanza. Certo e' necessario tutto questo, ma non e' sufficiente, tenendo conto della nostra 'geografia' economica e della nostra storia politica. E allora e' arrivato il momento di cambiare registro e di scommettere con decisione sulla prevenzione''. ''E' stata - chiarisce il ministro - una scelta difficile e complessa, impegnativa ma anche profondamente morale e politica, una scelta non piu' rinviabile''. Tremonti rimarca che ''nessuno ha in mente traumatiche azioni di polizia tributaria; la sfida e' aprire una fase di presa di coscienza. Bisogna muoversi con gradualita' e se il progetto verra' realizzato con prudenza e equilibrio, io spero che sia cosi', dara' risultati importanti; se dovessimo fare l'errore di spingere troppo sull'acceleratore, rischieremmo di uccidere il progetto prima che parte. Di trasformarlo di fatto in un boomergang''.

''Dobbiamo usare di piu' - continua il titolare del Tesoro - le banche ed i Comuni. Abbiamo cioe' deciso di coinvolgere i Comuni nel controllo del territorio'' e ''soprattutto di usare al meglio i dati degli istituti di credito e di ridurre davvero il segreto bancario come succede nel resto d'Europa''.

''Ho riflettuto a lungo sulle parole del cardinale Bagnasco, ho pensato - conclude Tremonti in un altro passaggio - ai ripetuti inviti della conferenza episcopale a debellare un 'male' che finisce per avere ricadute durissime sui carichi fiscali delle famiglie e sui servizi loro offerti. Ha ragione il cardinale le cifre sono enormi.

Anche se e' vero che negli ultimi anni l'azione di contrasto e' stata piu' decisa''.

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Commenti

avatar andreamanzitti
+1
 
 
No, caro Raffaello, non sono d'accordo. Va bene essere controcorrente, va bene ripetere che nessuno è stato capace di "richiedere" le imposte a chi evade, va bene che la tassazione "attraverso le aziende" è una ottima chiave di lettura del fenomeno. Va bene tutto. Ma il condono no. Sarà anche un "mezzo rudimentale per arrivare dove le aziende non arrivano" ma è fondamentalment e ingiusto e dannoso. Lo sono stati tutti i precedenti e, a maggior ragione, lo sarebbe questo. Da qualunque parte tu lo veda.
Quindi, lottiamo per cambiare il modo per la "richiesta delle imposte", ma lasciamo perdere il condono. Per chi ha evaso in passato, restino gli accertamenti, le riscossioni coattive e la minaccia, anche se poco credibile, della galera.
avatar FaGal
+1
 
 
Concordo con Andrea Manzitti...il vero cambiamento é nel modo di richiedere le imposte....un esempio molto molto rudimentale
http://www.crusoe.it/mercato-regole/per-il-fisco-le -regole-delle-c ontravvenzioni- premio-a-chi-pa ga-subito/911/
avatar FaGal
0
 
 
ci dev'essere un meccanismo di dissuasione occulta del link...scherzo comunque l'articolo é intitolato "Per il fisco le regole delle contravvenzioni: premio a chi paga subito"
avatar Vincent
+1
 
 
Forse, Raffaello, un modo efficace per poter far pagare "un po' più di imposte" agli "autonomi" potrebbe essere l'introduzione, in maniera strutturale, di un concordato preventivo biennale, così come già previsto dalla Delega per la riforma fiscale.
avatar Giuseppe Gargiulo
0
 
 
Caro Raffaello, vorrei esprimere la mia modesta opinione sul punto per dire che anche io ritengo che un ennesimo condono nullificherebbe, in modo micidiale, la funzione dissuasiva e orientativa dei controlli. Non è vero che il condono opererebbe solo sul passato ma condizionerebbe pesantemenete anche le condotte future. La gente continuerrebbe ad operare come se i controlli non esistessero e a sperare di farla franca nei prossimi anni con un ulteriore nuovo condono. Questo è un ragionamento partico e concreto, facilmente dimostrabile, anche con l'apparato metodologico che ci mette a disposizione la c.d. "teoria dei gicohi" e la "behvaorial economics" . Non è (o almeno non è solo) un fatto di etica e di ferita al pincipio di eguaglianza, ma di credibilità dello Stato nel richiedere le imposte, anche nella nuova versione da te caldeggiata.
avatar Fiele
0
 
 
Ma quando in questo paese si inizierà a parlare di incentivi contro l'evasione fiscale? Eppure l'assurdo è che lo stesso Direttore dell'Agenzia delle Entrate Befera, in un'intervista sul Sole 24ore di qualche mese fa, ha parlato della necessità di introdurre delle logiche premiali a chi le tasse le paga tutte e sempre. La proposta di Befera non ha acceso alcuna discussione nè ha avuto alcun seguito di pensiero. Invece sarebbe la strada giusta da seguire. A mio avviso inoltre andrebbe introdotto un elemento strutturale di incentivo utilizzando come leva di recupero l'IVA. Lo Stato dovrebbe retrocedere una quota dell'IVA a tutti i consumatori-con tribuenti che sono in grado di dimostrare la tracciabilità dei propri acquisti. La micro-evasione sarebbe davvero messa alle strette. Una carta acquisti che dovrebbe replicare la logica delle fidelity card in uso nei supermercati. La gente avrebbe incentivo a farsi fare lo scontrino anche al bar, perchè sa che nel momento in cui acquista accumula un credito! Se si paga con moneta elettronica lo sconto dovrebbe essere più alto. Lo Stato avrebbe un esercito di "finanzieri" a costo zero! Perchè non provare?
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