Tassazione attraverso le aziende e prostituzione: armare casini o riaprirli? Loading... Stampa
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Scritto da Raffaello Lupi   
Mercoledì 26 Marzo 2014 20:17

Sarà che l'argomento "tira", ma le notizie pepate su "prostituzione e fisco", come pure le puntate televisive di vari talk show, si susseguono. E' una conferma della tassazione attraverso le aziende: potrà non piacere, ma la prostituta agente in forma individuale è libera anche rispetto a quello che da molti viene visto come uno sfruttatore generalizzato di tutti quanti, cioè

il fisco. Le esperienze degli "eros center", dei centri benessere, esistenti in Germania ed in altri paesi europei, confermano invece che anche in questo  settore funziona la tassazione attraverso le aziende. Dove non arrivano le aziende occorre una richiesta sistematica e valutativa delle imposte da parte di pubblici uffici. Ed è assurdo pensare che questi ultimi, che già non riescono a star dietro ad attività visibili, esercitate sulla pubblica piazza, come i soliti pasticceri, riescano a sottoporre a una pressione sufficientemente sistematica chi lavora in casa come le persone in questione. Ed   è inutile correre dietro a qualche caso emblematico di prostituzione accertato, perchè le imposte sono imposte solo se qualcuno le richiede con sufficiente sistematicità. Quindi anche qui troviamo una conferma che la tassazione attraverso le aziende, come organizzazioni pluripersonali, determina meglio la ricchezza. Ma ve le immaginate le telefonate esca di funzionari-funzionarie dell'agenzia delle entrate che si fingono clienti per carpire informazioni su quanto chiedono e quanto esercitano questi mercenari-mercenarie dell'amore. Il diritto tributario ha già tanti equivoci che sembra fuori luogo questo lato boccaccesco. Anche a proposito delle attività in esame, e quali che siano le morali personali, il piano   della determinazione della ricchezza è chiaro. Per tassare la prostituzione, in un contesto come il nostro, non c'è bisogno di  armare casini. Basta riaprirli e potrà rinascere anche ....lo sfruttamento  del fisco...altrimenti continueremo a inseguire notizie come queste....

Escort con incassi da capogiro: estratto conto da 800mila euro
Per difendersi dall'accusa di rapina, escort mostra il 'frutto' del suo lavoro al giudice
Una prostituta avvicina un clienteUna prostituta avvicina un cliente

Rimini, 8 gennaio 2014 - PER RIUSCIRE a provare che non aveva la necessità di rapinare il suo cliente di turno, una escort ungherese ha presentato il saldo del suo conto corrente da 800mila euro ai giudici. Ma ora la donna rischia la verifica della Guardia di Finanza. Condannata ieri mattina con il suo ragazzo a un anno e sei mesi, G.A., all'epoca dei fatti 30enne in attività a Riccione, era stata arrestata dai carabinieri il 29 marzo del 2011.

Quella sera la ragazza aveva ricevuto il cliente, un giovane riminese e per la prestazione aveva chiesto 500 euro. Una cifra troppo alta secondo il giovane, che aveva rilanciato al ribasso. La trattativa si era protratta per un po', fino a quando il ragazzo aveva deciso di rinunciare. La donna arrabbiata per la perdita di tempo aveva comunque chiesto il pagamento di 100 euro per la lunga trattativa. Quando lui si era rifiutato di pagare, da una stanza era uscito un uomo, un napoletano di 35 anni, che si era presentato come il fidanzato. Alle strette il cliente spaventato aveva pagato, se n'era andato e poi aveva chiamato i carabinieri. I militari, giunti sul posto, avevano arrestato la coppia con l'accusa di rapina aggravata.

Il cliente si e' costituito parte civile con l'avvocato Piero Venturi, mentre i due imputati, difesi dall'avvocato Carlo Alberto Zaina, sono stati condannati a un anno e sei mesi con la sospensione della pena. Il legale presenterà ricorso in Appello.
Nel corso dell'udienza, l'escort, nel tentativo di sostenere la linea difensiva e cioe' che il riminese si era inventato quella rapina perché innamorato di lei e respinto nelle sue avances, ha presentato ai giudici un estratto conto frutto del suo lavoro con un saldo da 800mila euro. Estratto conto che il pm Paolo Gengarelli ha deciso di inviare alla Guardia di Finanza.

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