Prezzo-valore e vendite giudiziarie: la determinazione della ricchezza sfuggeLoading... Stampa
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Patrimonio e Atti giuridici
Scritto da Raffaello Lupi   
Domenica 14 Aprile 2013 06:35

Una delle ragioni  per cui ritengo che la sezione "norme e tributi" del sole 24 ore sia uno dei  problemi della tassazione italiana, anzichè una opportunità, non sono idee sbagliate, perchè quelle possono essere valutate nel merito. Il problema c'è invece quando ci troviamo davanti una serie di espressioni solo  apparentemente di senso compiuto, come quelle contenute nell'articolo di De Mita sul 

 sole di  domenica 14 aprile su una ordinanza qui riportata della ctp di grosseto che sospetta di incostituzionalità la mancata spettanza del c.d. "prezzo  valore" per le vendite di immobili abitativi all'asta giudiziaria. L'articolo dice un pò di tutto , ma gira a vuoto, con frasi che mi sembrano senza  alcun senso, e in buona parte copiano quelle riportate sulla ordinanza. Forse è un problema mio, o forse è una delle tante manifestazioni della vera malattia delle scienze sociali, cioè formulare oscure espressioni  apparentemente in tema, confidando di apparire come portatori di chiussà quale sapienza , che i lettori penseranno di non capire solo in virtù della loro limitatezza. L'articolo parla di tutto , meno che della determinazione della ricchezza, qui riferita agli immobili, dove la facoltà di dichiarare il prezzo effettivo  più alto del valore catastale, dipende dalla facilità delle parti di occultare il prezzo effettivo. E' un filo conduttore della tassazione in italia, di cui nell'articolo non c'è neppure un cenno, come pure non c'è neppure un cenno alla impossibilità di occultare il prezzo di aggiudicazione nelle vendite giudiziarie. Le vendite giudiziarie, avvenendo tramite tribunale, non comportano margini per nascondere il corrispettivo. Tutto qua, ci voleva tanto?. E' tutta qui la differenza di regime, la si può anche criticare , ma prima bisogna averne capito i motivi. Altrimenti sono  parole prive di senso compiuto, come quelle che dilagano in materia tributaria, e che norme e tributi comprensibilmente riflette...è un processo spontaneo in cui la stampa deve rispecchiare il disorientamento dei lettori, e va benissimo...solo che quando si presenta come "fonte del sapere" non riflette più il disorientamento. Lo crea.    

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