Richiesta delle imposte attraverso le aziende: c'è ancora qualche margine di manovra |
Occultamento ricavi | |||
Scritto da Raffaello Lupi | |||
Sabato 06 Agosto 2011 09:35 | |||
Il motivo conduttore di questo sito è la richiesta delle imposte dove le aziende non arrivano o sono inaffidabili, ed anche l'alleggerimento di tutti quei "cilici fiscali" che sono stati introdotti solo per dire in conferenza stampa di
avere fatto qualche cosa, o che sono stati mantenuti solo per timore del risentimento di uno dei tanti soloni improvvisati che potesse innescare, nella confusione dilagante, qualche titolo giornalistico tipo "allentata la lotta all'evasione" (argh, che espressione cotnroproducente..è proprio lei che ostacola la richiesta delle imposte dove le aziende non arrivano...). Comunque la confusione è talmente tanta che, accanto agli adempimenti inutili e assurdi, tradizionali, come i libri giornale, oppure recenti (l'elenco clienti...buuu) oppure prospettici come "lo spesometro" (ah ah...), ci sarebbe ancora qualcosa da tassare attraverso le aziende. Anche perchè la tassazione ragionieristica attraverso le aziende non è un mondo separato rispetto a quella valutativa attraverso gli uffici, ci sono cerniere e interdipendenze. Non mi stupisco, in proposito, che nessuno abbia ripreso le mie proposte sulla segnalazione di tutti gli autonomi da parte delle aziende strutturate. E' una proposta comprensibile solo dopo aver compreso la tassazione attraverso le aziende. In un quadro alternativo rispetto a quello , lacerante , della disonestà e dell'onestà. Una proposta che ha bisogno di una delega politica alle discussioni tecniche su chi debba segnalare oppure no. Insomma bisogna portare il 770, il sostituto di imposta, senza ritenute, ma solo come "Informazione" anche nel mondo degli "autonomi". Avendo così un nuovo strumento "contabile, di fonte aziendale" per stimare la credibilità (perchè di credibilità si tratta) dei ricavi delle attività senza azienda. Per valutare la coerenza delle prestazioni "verso segnalatori" rispetto a quelle verso "non segnalatori". Naturalmente tra i segnalatori potrebbero esserci sia le aziende (ovviamente strutturate) sia i privati che beneficiano di una qualche detrazione nello schema del contrasto di interessi. Non è difficile se qualcuno riflette (a parte lo specchio...).
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Commenti
Mi spiego: una vera riforma richiederebbe del tempo e, soprattutto, i suoi effetti si vedrebbero soltanto nel medio/lungo periodo...ben oltre i cinque anni di durata della legislatura.
Inoltre, essa richiederebbe con tutta probabilità di accantonare tutti quegli interventi sporadici, settoriali, di facciata, ad effetto (come la lotta agli evasori) che, per carità, non serviranno pure a niente, ma almeno danno l'idea che il Governo stia facendo qualcosa.
Credo che difficilmente un governo "politico" deciderà di percorrere la strada di una riforma fiscale col la "erre" maiuscola, pressato com'è dall'esigenza di farsi rieleggere.
Forse, quindi, soltanto un governo fatto di tecnici i quali, oltre ad avere una elevata competenza tecnica, non abbiano l'ansia da rielezione, potrebbe portare a qualcosa di buono.
Si obietterà: e come la mettiamo con la democrazia, le elezioni e la rappresentanza dei cittadini? Non lo so... ma a questo non devono rispondere i fiscalisti.