ridotte (a un simbolo) le deduzioni forfettarie per immobili locati |
Patrimonio e Atti giuridici | |||
Scritto da Raffaello Lupi | |||
Sabato 14 Aprile 2012 07:27 | |||
Per finanziare la riforma del lavoro sono stati ridotti gli abbattimenti forfettari sui canoni di locazione , mischiando ancora una volta il piano del gettito con quello della determinazione della ricchezza. Anche se i giornali hanno riferito di "riduzioni di franchigie fiscali" , l'abbattimento del 15 percento sui canoni di locazione forfettizzava le spese a carico del proprietario. In quanto dare in affitto una casa costa, perchè il proprietario deve pur sempre sostenere una serie di spese di manutenzione straordinaria, nonchè di mantenimento strutturale degli edifici, ed alla fine quasi quasi , nel corso degli anni, buona parte dell’affitto è assorbito da queste spese…Si può discutere se fosse corretto tenerne conto in modo forfettario, cioè con un abbattimento del canone di locazione. Certo, la rendita catastale era al netto di queste spese, forfettizzandole, e avrebbe dovuto essere lei la pietra di paragone della tassazione fondiaria, indipendentemente dal canone effettivo, che invece si è consolidato nel tempo (se ci fate caso infatti, la tassazione sui canoni effettivi non compare negli artt. 36 e seguenti del tuir, ed è regolata da norme transitorie, che come sempre in italia sono praticamente definitive....dopo le ultime manipolazioni del tuir queste benedette norme transitorie sono finite nell'art.185 comma 2, e ho fatto pure fatica per ritrovarle). Era giusto che, siccome le rendite sono stimate al netto dei costi, anche i canoni di locazione lordi fossero abbattuti. Ci si sarebbe potuti chiedere la razionalità del criterio scelto, come se "chi ha più canone ha più spese" senza tener conto dell'eventualità in cui le spese fossero addossate al conduttore. L'abbattimento di questa deduzione forfettaria al 5 percento, dettato da necessità di gettito, può essere l’occasione per riflettere, teoricamente, visto che noi siamo teorici, sul rapporto tra determinazione della ricchezza e gettito…dove la prima dovrebbe precedere il secondo, in un mondo normale, e invece viene distorta in funzione del secondo. Perchè nessuno ha capito che diritto tributario serve a misurare la ricchezza ai fini della tassazione. Non è colpa della manovra monti se anch'essa segue il criterio, tipico dei governi della prima repubblica, di sovrapporre questi due profili, senza determinare prima in modo ragionevole la ricchezza, e poi pensare al gettito, soprattutto usando le aliquote…per questo rispondere che “servivano soldi” è giusto una battuta da conferenza stampa. Sul piano della determinazione della ricchezza, viene tassato un reddito quasi al lordo dei costi, mentre se la deduzione forfettaria del 15 percento era eccessiva , andava tagliata anche prima, perchè non è da ieri che siamo in emergenza finanziaria. Proviamo a coniugare questo problema con quello del contrasto di interessi: 1) La deduzione analitica dei costi sugli immobili affittati potrebbe essere ammessa dal reddito fondiario abolendo anche il residuo 5 percento simbolico, 2) scatta la segnalazione come per il contrasto di interessi. 3) si mette un plafond rispetto al canone. Ci si era provato qualche anno fa. Poi era tutto caduto nel dimenticatoio. Perchè è una questione di determinazione della ricchezza in cui nessuno ha voglia (politici) e capacità (tributaristi) di intromettersi. Per carenza di mappe cognitive in un diritto tributario morto nella culla, sotto il peso dei materiali, e che bisogna ricreare da zero partendo dal diritto amministrativo delle imposte.
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