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Home Tassazione internazionale Transfer price come evasione interpretativa
Transfer price come evasione interpretativa PDF Stampa E-mail
Tassazione internazionale
Scritto da Raffaello Lupi   
Martedì 02 Luglio 2013 06:39

Il sole 24 ore del 2 luglio riporta una notizia ripresa da un comunicato stampa della GDF (tra l'altro è molto più circostanziato e chiaro il comunicato stampa dell'articolo) , che riportiamo in calce a questo post. Dove si scopre una pretesa evasione interpretativa, basata sul sistema della lavorazione per conto della casa madre, e di cui  dovremo  scrivere su Dialoghi. Anche se il sole 24 ore la presenta come "lotta all'evasione", qui non si tratta di  ricchezza

non registrata, ma di riqualificazione interpretativa di eventi  alla luce del sole. Tanto è vero  che sono  state, come è giusto che sia, recuperate solo le imposte e le sanzioni amministrative, con irrilevanza penale , secondo  quanto   afferma il comunicato (il 24 ore questo  non lo riprende). La formula, spesso utilizzata, risponde a una logica economica , dove il gruppo è visto come un'unica entità economica, sul piano economico produttivo. Non c'è nessuna fatturazione omessa nè alcuna stabile organizzazione occulta. E' un rilievo  di transfer price, con le funzioni  dell'azienda italiana sottoremunerate rispetto a quelle dell'organizzazione estera. Ma nessuno nasconde nulla.  E' curioso che il sole 24 ore, che in una colonna depreca la scarsa attrattività internazionale del sistema italia, nella colonna accanto metta alla berlina un'azienda che al fisco non aveva nascosto nulla. Ancora una volta il giornale della confindustria gioca due parti in commedia: da un lato inneggia alla crescita e dall'altro sembra il vecchio "lotta continua", attratto evidentemente da tutto quanto fa spettacolo. In realtà buttando lì alcune parole apparentemente in tema per riempire un pò di carta. Ma andiamo alla fonte e lleggiamoci il comunicato stampa della GDF, che è molto più serio. 

 

I controlli fiscali - Scoperta evasione fiscale per oltre 22 milioni di euro
Comando Provinciale Torino - 1 luglio 2013 ore 8:45
Gruppo societario statunitense con top holding in America, headquarter nel Regno Unito ed una miriade di imprese consociate nei Paesi europei, tra cui l'Italia: è la descrizione dell'articolato organigramma della multinazionale che - dopo una verifica della Guardia di Finanza di Torino - nei giorni scorsi ha concordato con l'Agenzia delle Entrate il versamento nelle casse dell'Erario nazionale di ben 22,3 milioni di Euro.
Un esempio virtuoso di lotta all'evasione internazionale che ha visto le Fiamme Gialle del Nucleo Polizia Tributaria di Torino contestare alla consociata italiana del Gruppo statunitense il reddito - mai dichiarato negli ultimi 5 anni - derivante dall'attività svolta in Italia da uno stabilimento industriale con sede in Piemonte.
Nel meccanismo per risparmiare le imposte una delle tecniche ultimamente finite nel mirino dell'O.C.S.E.: Principal (quartier generale) in un Paese con un livello di tassazione medio-basso o con particolari agevolazioni fiscali, dove dichiarare il maggior reddito prodotto; aziende formalmente qualificate come "agenti", ma in realtà siti produttivi e distributori localizzati in Stati con più alti livelli di tassazione (Italia), dove dichiarare la mera provvigione per il servizio prestato, anziché l'effettivo reddito conseguito.
Un modello di business con il quale la multinazionale americana ha occultato utili derivanti da attività realizzate grazie ai mezzi ed alle persone dipendenti dell'"agente" nazionale, ma solo formalmente attribuite al Principal inglese, con il risparmio del 50 per cento circa delle "tasse" da pagare in Italia.
Le Fiamme Gialle torinesi hanno cosi ricostruito, dopo una complessa attività di polizia tributaria, l'articolato sistema di evasione messo in atto dal Gruppo statunitense.
Un caso in cui il principio di collaborazione "Fisco - contribuente" ha caratterizzato l'intera attività, sia quella ispettiva del Nucleo Polizia Tributaria Torino sia quella di accertamento dell'Agenzia, visto che la società verificata, dinanzi alle specifiche contestazioni dei Finanzieri, fin da subito ha intrapreso un dialogo costruttivo per regolarizzare la propria posizione ed evitare un eventuale, lungo contenzioso.
Su questo fronte, la perfetta sinergia instaurata tra la Guardia di Finanza e l'Agenzia delle Entrate (Ufficio Grandi Contribuenti del Piemonte) ha permesso, in breve tempo, di giungere alla definizione del contesto: verifica delle Fiamme Gialle nel 2012, accertamento dell'Agenzia ad inizio 2013 e, pochi giorni fa, adesione del contribuente all'avviso di accertamento: 22,3 milioni di Euro l'introito secco per le casse dello Stato.
Atteso che il reddito conseguito dalla società verificata è stato ricostruito utilizzando le regole previste per il transfer pricing, la condotta di evasione non ha assunto rilevanza penale, alla luce delle specifiche disposizioni che escludono la punibilità in caso di valutazioni cc.dd. estimative, rispetto alle quali il contribuente ha palesato i criteri applicati nella determinazione dei prezzi di trasferimento.

Commenti

avatar FaGal
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A tal proposito leggevo proprio ieri della modifica al Codice tributario francese che un senatore dell'UMP (Marini) intende apportare alla disciplina transalpina del transfer pricing che introdurrebbe una presunzione legale per i casi simili a quelli descritti
http://www.etudes-fiscales -internationale s.com/media/01/00/4233724057.pdf
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